
Carissimi,
che gioia ritrovarvi qui a Roma dopo un anno! Grazie al Signore e a don Bosco ci incontriamo per giornate di condivisione, di confronto, di amicizia per lavorare insieme per tutti i SSCC del mondo.
Spero davvero che l’impegno di questi giorni sia fruttuoso per noi e per le realtà che rappresentiamo.
Con la festa di don Bosco da poco trascorsa abbiamo celebrato il nostro amato Padre e Maestro, ma vorrei approfondire con voi l’attualità del nostro Fondatore. Ho evidenziato tre punti di assoluta aderenza ai nostri tempi:
- La sua capacità di uscire da sé e da una vita sacerdotale tradizionale corrisponde in pieno a quanto ci chiede oggi Papa Francesco: uscire e andare incontro ai giovani che hanno più bisogno, quelli più soli ed emarginati. “Don Bosco ci insegna anzitutto a non stare a guardare, ma a porsi in prima linea per offrire ai giovani un’ esperienza educativa integrale”. Queste parole che il Papa ha indirizzato alla FS, “non stare a guardare”, ci introducono a un altro aspetto:
- Don Bosco, con il suo grande carisma, ha coinvolto tantissime persone nella realizzazione del suo progetto per i giovani: sacerdoti e laici animati dalla medesima passione si sono uniti a lui. Ecco, anche noi dovremmo avere la stessa forza per trasmettere la gioia dell’impegno. Non dovremmo mai aspettare che altri prendano l’iniziativa, ma essere i primi, i promotori, gli ideatori di attività sempre più nuove e stimolanti. Terzo elemento:
- Don Bosco ha saputo donare ai suoi giovani “un’esperienza educativa integrale”: ha dato il pane quotidiano e quello del futuro, insegnando un mestiere per la vita, ha donato un cammino spirituale adatto a ciascuno, un progetto entusiasmante, ma nello stesso tempo ha costruito per i suoi ragazzi vere e proprie “case”, luoghi in cui anche la sfera affettiva cresceva e maturava in maniera equilibrata; ha dato loro quella famiglia che non avevano mai avuto o avevano perduto.
Dunque, la frase di Papa Francesco é pienamente realizzata nell’eredità attualissima lasciata da don Bosco.
Parlare delle “case” salesiane ci porta, poi, alla splendida Strenna sulla Famiglia che il Rettor Maggiore ci ha regalato quest’anno: una lettura salesiana dell’Esortazione del S. Padre “Amoris Laetitia”.
Il RM sottolinea la ricchezza di ogni singola famiglia, culla di vita e di amore, ma anche lo “spirito di famiglia” che è elemento costitutivo del nostro essere salesiani e della nostra azione pastorale con e per le famiglie.
I 31 rami del grande albero cresciuto dalla fecondità paterna di don Bosco sono una “famiglia” e la consapevolezza di appartenere a questa grande realtà ci fortifica e rassicura nell’impegno. In questi giorni, anche con la riflessione e la preghiera comune, cercheremo di sentire profondamente questa appartenenza per tornare alle regioni e costruire sempre più “rete” con gli altri membri della FS, per essere significativi e propositivi nei nostri territori.
Ora vorrei ripercorrere l’anno associativo passato. E’ stato particolarmente importante: dopo l’approvazione dei documenti associativi che ha caratterizzato i lavori di febbraio 2016, si sono completate molte traduzioni e si è proceduto alla pubblicazione di questi testi che, speriamo, riusciranno a facilitare nei centri e nelle province la lettura del PVA e i cammini di formazione e di crescita di tutti i SSCC.
Inoltre l’Associazione continua a crescere, proprio come nel sogno di don Bosco, si espande verso realtà nuove, terre lontane e con grande gioia segnalo la nascita a Libreville, in Gabon, di un centro che sta procedendo con iniziative preziose per tanti giovani.
Una visita di animazione ci ha fatto conoscere la ricca realtà dei SSCC di Kaunas, in Lituania. Qui le FMA e i SSCC lavorano con professionalità e passione nel liceo locale e si occupano di molte situazioni sociali con grande cura nell’annuncio e nella testimonianza di vita.
Il medesimo entusiasmo abbiamo riscontrato in Ukraina, a Lviv, dove insieme agli SDB e alle FMA i cooperatori collaborano a livello parrocchiale e territoriale con vivacità progettuale.
Un altro incontro interessante è stato in Belgio nord, dove, in una società profondamente segnata dal laicismo e dall’indifferenza per tutto ciò che è spirituale, i SSCC lavorano senza scoraggiarsi portando avanti una testimonianza significativa. Le difficoltà sono molte, ma, come ci invita Papa Francesco nell’ ”Amoris Laetitia”, non dobbiamo lasciarci divorare dalla società del consumo e dell’apparenza. Insieme, con coraggio e fiducia nell’aiuto di Maria, dobbiamo proporre il grande ideale di Cristo.
Altrettanto ricca è stata l’esperienza vissuta in Asia: in Korea, Vietnam e Filippine sud abbiamo approfondito la conoscenza di situazioni bellissime: si lavora con gioia e pienezza per i più poveri, per tanti ragazzi e ragazze che, come ai tempi di don Bosco, mancano di tutto. Crescono uomini e donne completi, ricchi di cognizioni professionali e maturi anche a livello spirituale. La vera allegria salesiana li sostiene ed aiuta a diventare “buoni cristiani e onesti cittadini”.
Queste visite di animazione sono per me una vera grazia perché posso dire con assoluta sincerità che l’Associazione è viva e portatrice di vita, che nonostante le molte difficoltà che non ci nascondiamo, il carisma di don Bosco è molto amato e i SSCC son testimoni credibili di Cristo secondo lo spirito salesiano. La fedeltà al Signore è vissuta con consapevolezza e responsabilità ed è la roccia su cui si costruiscono i nostri Centri.
Nelle varie regioni si sono svolti incontri nazionali e provinciali che ho seguito con grande interesse ed ho potuto essere presente con messaggi e video. Ecco, anche di questo dobbiamo lodare il Signore: questi mezzi tecnologici ci consentono una vicinanza “virtuale” – ma tutto sommato reale – e sono certa che incrementarne l’uso rende il mondo più piccolo e la nostra azione più efficace.
Nei prossimi mesi avremo i Congressi Regionali per i quali siete tutti molto coinvolti. Saranno momenti importanti di scambio, confronto, dialogo per crescere e studiare insieme percorsi che ci rendano incisivi nella società in cui viviamo.
Vi invito a portare con voi quell’apertura del cuore, quell’empatia che ci raccomanda il Rettor Maggiore per essere accanto ai giovani, alle famiglie, a chi incontriamo. Non ci è chiesto di risolvere tutti i problemi, ma di essere “compagni” misericordiosi, ricchi di attenzione delicata e rispettosa nei confronti di chi soffre difficoltà e crisi. Penso che a noi laici venga chiesto soprattutto di saper ascoltare, saper condividere e comprendere, saper porgere un gesto, una parola che costruiscano pace, che edifichino ponti e curino le ferite del cuore. Saranno segni di famiglia, di vicinanza vera.
Ed ora in pochi tratti vi introduco il programma dei prossimi giorni.
Innanzi tutto largo spazio è lasciato a voi consiglieri perché possiamo condividere le realtà delle singole regioni, luci ed ombre che ciascun consigliere ben conosce e che, insieme, analizzeremo per giungere a percorsi che non deludano le aspettative dei giovani e dei SSCC a cui ci rivolgiamo.
Poi la parola a don Giuseppe Casti per un approfondimento formativo su cui riflettere e lavorare insieme.
Venerdì ospiteremo un SC molto impegnato nella testimonianza insieme alla moglie e ai figli. E’ il direttore, qui a Roma, di una casa famiglia che accoglie ragazzi con vari problemi. Ci parlerà della sua esperienza: una famiglia aperta alle famiglie.
Sabato mattina è dedicato al pellegrinaggio. Andremo alla Basilica di S. Paolo dove, oltre ad ammirare un capolavoro d’arte, vivremo preghiera comune e celebrazione Eucaristica.
Come vedete un calendario denso e molto interessante che lascerà spazio alla fraternità, al discernimento, all’assunzione di decisioni condivise.
Auguro a tutti noi di lavorare con gioia, serenità per il bene di tutti i SSCC e per un nostro ulteriore arricchimento interiore. Maria Ausiliatrice, don Bosco e i Santi salesiani guidino e illuminino il nostro incontro!
Grazie e buon lavoro!
Noemi Bertola