
Messaggio di Madre Yvonne Reungoat, Superiora Generale dell’Istituto FMA, alle Figlie di Maria Ausiliatrice, giovani e Famiglia Salesiana, in occasione della Festa di Madre Mazzarello.
Sono molto contenta di poter incontrare voi, mie carissime sorelle FMA, ma anche tutti voi giovani, laici, collaboratori, genitori, membri della Famiglia Salesiana, che siete collegati con i nostri canali digitali per augurare a tutte e a tutti Buona festa di Santa Maria Domenica Mazzarello! È bello trovarci insieme per celebrare la santità di Maria Domenica da cui tutto è nato, che ha saputo essere così docile allo Spirito Santo da dare origine, con don Bosco, ad un nuovo modo di essere donne consacrate, educatrici nella Chiesa, di creare comunità dove la gioia è contagiosa e la sinergia delle diverse vocazioni diventa una ricchezza condivisa. Con criteri puramente umani, nessuno sarebbe andato a cercare una Confondatrice in quel paesino che era ed è Mornese, in un gruppo di giovani contadine, buone cristiane, ma senza nessun tipo di cultura pedagogica, se non quella che avevano imparato dalla saggezza dei loro genitori. Eppure Maria Ausiliatrice si è preparata le prime pietre del suo monumento vivo proprio lì, in quella realtà povera, ma ricca di valori umani e aperta ai doni di Dio. Dio sceglie sempre quello che è piccolo, umile, povero per iniziare cose grandi. Anche oggi, Egli agisce così! Il dono di una vita In questo anno stiamo celebrando il 140° anniversario della morte di Madre Mazzarello. È una ricorrenza che mi ha fatto molto pensare al dono della sua vita per la vita, per la santità dell’Istituto. Mi pare però che il dono della vita risalga a molto tempo prima di quel 1881. Maria Domenica, giovane laica, mette la sua vita nelle mani di Dio, quando accetta di andare a curare i parenti malati di tifo, ma più ancora quando, convalescente, prega di essere dimenticata da tutti eccetto che da Dio. Qui si radica la sua totale apertura allo Spirito e alle Sue mozioni. Non è la rassegnata chiusura in orizzonti ristretti, ma il dono totale per un bene grande, per tutto il bene che Dio vorrà edificare per mezzo suo. Non sta troppo a “costruire” sogni, a lasciarsi angosciare dai timori per il suo futuro, a chiedersi che cosa fare della propria vita, giunta ad una svolta radicale, ma si proietta all’esterno di sé e vede… Vede che c’è tutto un mondo di bambine e adolescenti che ha bisogno di essere introdotto alla vita buona. Maria Domenica si lascia interpellare
– dalla situazione – non può più lavorare nei campi;
– dalle persone – ci sono ragazzine che hanno bisogno di chi si prenda cura di loro e della loroeducazione
– dalla voce di Maria – “A te le affido”
e inizia un percorso inedito: impara a fare la sarta per avere uno strumento pastorale.
Tutta di Dio per i giovani
Se fino ad allora non si è mai posseduta, se non per essere a servizio della famiglia, della parrocchia, della gente del paese, da ora la sua via non le apparterrà più radicalmente: sarà tutta per il mondo giovanile, perché le (i) giovani possano conoscere e amare Gesù e così essere felici nel tempo e per l’eternità.
La sua creatività, il suo coraggio, la sua intraprendenza saranno tutti spesi per questo obiettivo.
Muore ad un progetto di vita, accarezzato lungamente, ma solo umano, per rinascere ad uno nuovo, che le si preciserà lungo il tempo, di cui per il momento vede solo le linee iniziali.
È già il dono della vita, senza perderla materialmente, ma affidandola senza esitazioni e senza limiti al progetto di Dio. Il suo amore per Gesù era un fuoco nel suo cuore e nulla e nessuno poteva spegnerlo.
Maria Domenica tornerà a consegnare la sua vita a Dio tutte le volte che questo progetto le si svelerà in tutta la sua imprevedibilità e le chiederà di andare dove forse non vorrebbe, sempre contro corrente.
Un passo dopo l’altro… fino al Paradiso
Non avrebbe mai immaginato che la visione di Borgo Alto, la voce della Madonna che le diceva “A te le affido” potesse racchiudere l’anticipazione di una realtà, concretizzatasi lentamente attraverso don Bosco, ma anche a causa di manovre non sempre lineari da parte di chi non voleva un collegio salesiano maschile a Mornese.
Non aveva mai pensato di lasciare Mornese per poter dare orizzonti più vasti all’Istituto che stava cooperando a far nascere. Né avrebbe potuto immaginare di dover vivere con la valigia in una mano e la penna nell’altra per raggiungere le figlie che cominciavano a varcare i confini non solo del Piemonte, ma dell’Italia, dell’Europa e dell’America.
Consegna a Dio la sua vita tutte le volte che si misura con la missione che le è stata affidata – Madre per le sue sorelle e le giovani – e che, nella sua umiltà se ne sente inadatta, inadeguata, quando giunge a pensare e a dire a Petronilla: “ringraziamo che ci tengano in congregazione” (MACCONO, II, 226), lei la cofondatrice!
Consegna la sua vita a Dio tutte le volte che gli eventi le chiedono di sacrificare un suo punto di vista, di esercitare l’umiltà e la carità, di farsi sorella anche dei salesiani che accompagnano il cammino degli inizi.
Poiché ha dato la vita per l’Istituto giorno per giorno, nelle piccole come nelle grandi scelte, non solo in quei 9 anni intercorsi tra il 1872 e il 1881 come Figlia di Maria Ausiliatrice, ma già da molto prima, può darla radicalmente ancora una volta e per sempre.
Don Bosco, con quel suo apologo sulla necessità che la superiora preceda tutte anche nel seguire la morte, dà una risposta chiarissima al suo interrogativo; “Padre, guarirò del tutto?” (Cron. III, 354). Lei accoglie l’indicazione e impiega il tempo che le resta per preparare le suore al distacco e al nuovo cammino. Ormai la sua vita può fiorire in Dio!
Mi colpisce sempre l’affresco che si trova nell’abside del Tempio di madre Mazzarello a Mornese: Maria Domenica vola verso Maria Ausiliatrice e Gesù che la attendono, protesi a loro volta verso di lei: è la piena realizzazione del dono della vita, accolto e glorificato.
E noi?
Invito me stessa e voi, in questa festa, a tornare col cuore e con la mente al giorno in cui per la prima volta abbiamo capito che Dio e Maria Ausiliatrice ci chiedevano tutta la nostra vita per il servizio del Regno e abbiamo detto sì.
Questo interrogativo vale anche per le /i giovani, i laici, basta essere cristiani per essere chiamati a consegnare a Dio la nostra esistenza per la realizzazione del suo progetto di salvezza universale, del suo progetto di amore per l’eternità. “Non c’è amore più grande che dare la vita per i suoi amici” ha detto Gesù.
Allora sicuramente il sì è stato gioioso, impastato di entusiasmo e di volontà di radicalità. Lungo la strada, qualche volta, possiamo aver perso lo slancio iniziale, esserci riprese qualcosa, aver detto: “fin qui sì, ma non mi chiedere di più”. È il frutto della nostra debolezza e non dobbiamo averne paura, ma neppure cedere al più facile e non ritornare alla pienezza del dono appena ci accorgiamo di essercelo ripreso.
Anche per noi vale un percorso che probabilmente ci ha portato per strade impreviste, attraverso eventi imprevisti e imprevedibili, non necessariamente evidenti anche agli altri. Anche noi abbiamo dovuto accettare e offrire i nostri esodi dal sicuro e sperimentato verso il nuovo… e siamo chiamate a farlo, in modo particolare, in questo tempo che ha modificato tanti equilibri nelle nostre società e nel mondo.
E’ il cuore dell’offerta della vita per l’Istituto, per la sua santità, perché risponda al progetto di Dio e al sogno dei nostri Fondatori, perché sia veramente strumento di salvezza per il mondo giovanile di oggi e di domani.
Madre Mazzarello ci accompagni in questo rinnovato impegno di consegna totale di noi stesse a Dio, ci guidi nella scelta dei mezzi da attuare, delle opere e attività da offrire ai giovani, nella disponibilità radicale al disegno divino per ciascuna, per l’Istituto, per la Chiesa, per il mondo. Maria Domenica aiuti le giovani che cercano come donare la loro vita per gli altri giovani a non avere paura di fidarsi di Gesù e a lasciarsi attirare dal suo amore.
Ancora buona festa a tutte/tutti e a ciascuna/o: segni l’inizio di un nuovo cammino di santità salesiana nella gioia di saperci accompagnate e protette sempre da Maria Ausiliatrice!
Buona festa!
Roma, 12 maggio 2021
Suor Yvonne Reungoat Superiora Generale dell’Istituto FMA