
Carissimi confratelli,
non pensate che veramente Dio ci abbia parlato e tanto, tantissimo, in queste quattro settimane, anche se non abbiamo il documento capitolare approvato da tutti? Questa è la domanda che mi faccio. Non credete che Dio ci abbia parlato nel sentire forte la presenza di Don Bosco il nostro amato padre? Non credete che Dio ci abbia parlato nella bellissima esperienza di fraternità?
Cari Confratelli penso che siamo tutti d’accordo nel riconoscere la bellezza della nostra fraternità, della gioia dell’incontro con il fratello così com’è. Queste cose non sono frutto di una strategia. Queste cose sono frutto dello Spirito, espressione matura della Congregazione e di chi ha ora la responsabilità del governo e dell’animazione delle Ispettorie.
Mi chiedevo anche: non credete che Dio ci abbia parlato tanto in questo clima di fede e onestà con la quale abbiamo fatto il discernimento e le votazioni? Io ritengo di sì. Non credete che il Signore ci abbia parlato con la protezione straordinaria di Maria Ausiliatrice? Io ritengo di sì. Ci ha parlato e tantissimo in questo Capitolo Generale anche se non siamo arrivati a un documento capitolare che abbia all’interno tutti i processi per avere l’approvazione finale.
Cari confratelli io vi chiedo di non lasciare che i vostri cuori siano presi dalla delusione per il fatto di tornare alle Ispettorie senza finire i lavori capitolari. Non lasciatevi colpire da questo. Io ritengo che questa non sia la cosa più essenziale. Abbiamo le riflessioni che abbiamo condiviso in queste settimane e sulle quali abbiamo già sintetizzato la prima bozza. Abbiamo tutto il magistero della congregazione fino ad oggi, in particolare quello del CG24, specialmente per la missione condivisa tra salesiani e laici. Abbiamo il bellissimo e programmatico messaggio del Santo Padre a CG28. Questi elementi allargano il nostro sguardo con serenità e con grande fiducia.
La seconda parte della mia riflessione, che vedrete sarà molto breve, vuole essere uno sguardo sul futuro. Comincio dicendovi che mi ha colpito tantissimo un ringraziamento che ho ricevuto ieri sera prima di entrare in Basilica a pregare. Uno dei presenti, un confratello capitolare, di una nazione dell’Europa dell’est, mi dice: “Caro Rettor Maggiore voglio ringraziarti per due cose: una perché è stato possibile il recupero di questi santi Luoghi Salesiani, l’altra è per dirti che abbiamo bisogno di aiuto per la nostra identità: non lasciateci da soli”. Io ho risposto a questo confratello dicendogli: “Sulla prima affermazione ti dico grazie, però molto è stato frutto del Capito Generale precedente con la sua delibera, che per tanti motivi pensiamo profetica, di rinnovare, potenziare i Luoghi Santi Salesiani, cuore del nostro carisma. È stato il Capitolo che ha deliberato questo. Poi alcuni di noi hanno potuto fare qualcosa per mettere in atto questa delibera”.
La cosa più bella per me è questa: dovete tornare nelle Ispettorie dicendo a tutti i Confratelli che qui c’è la Casa di tutti, questi luoghi sono in luoghi del nostro Sogno Carismatico, sono i luoghi della nascita del carisma, sono la nostra culla dove tutti Salesiani del mondo sono nati, perché qui è nato il Carisma. Qui è dove tutti possono rivolgersi perché hanno il diritto di sentire almeno una volta nella vita l’emozione di trovarsi qui a Valdocco. Ringrazio vivamente l’Ispettore del Piemonte perché ha la custodia di questi luoghi. Ho promesso e continuo a promettere che non li lasceremo da soli nel prendere cura di questo bellissimo patrimonio. È un patrimonio di tutta la Congregazione.
Come seconda cosa ho detto al confratello: “ti prometto che non vi lasceremo da soli nel fare il vostro cammino d’identità”.
1. Questo è il primo sguardo, la prima sfida che abbiamo: crescere tutti, in tutte le Ispettorie, in tutte le Regioni nell’Identità Carismatica, nell’Identità e Spiritualità Salesiana. Di questo tutti abbiamo bisogno, in alcune Ispettorie o in alcune Regioni ce n’è ancora più bisogno. Facciamo attenzione che non è garanzia di una forte identità il fatto di avere nuove professioni salesiane. Non è lo stesso. Si deve assicurare identità, si deve curare di più. Posso assicurarvi che in questi anni abbiamo visto che a volte piccole o grandi difficoltà hanno tanto da vedere con la mancanza di identità, come ho detto nel giorno della relazione iniziale. Sono convinto che nel programma di animazione governo di questo sessennio questa sarà una priorità. Garantire la nostra identità carismatica in tutti i salesiani. Come dicevo non basta fare la prima professione per dire “ho tutta l’identità salesiana”. Essa è un cammino, a volte è molto impegnativo, però è una sfida bellissima che da tanta bellezza e forza alla nostra Congregazione.
2. Una seconda sfida per il nostro programma: tornare a Don bosco, come ci ha proposto Don Pascual Chavez già negli anni passati. Dobbiamo tornare sempre di più a Don bosco. E questo vuol dire: amore ai giovani. Loro ci hanno chiesto di essere amati. E per questo, come conseguenza, siamo chiamati alla presenza di tutti i salesiani in mezzo a loro, in mezzo ai giovani. Questo io lo chiamo il “sacramento salesiano” della presenza. Non c’è bisogno di fare disquisizioni teologiche per intendersi. Il sacramento salesiano della presenza. Per fare un cammino con i ragazzi, con i giovani, per farlo scoprire che Dio li ama, che Dio è veramente amore per noi e anche per loro. Essere veramente evangelizzatori dei giovani. Questo penso significhi tornare sempre di più a Don bosco, oggi è un compito è una sfida, anche se non si parte da zero.
3. Una terza sfida è formare Salesiani come Don bosco farebbe oggi. Cari Confratelli capitolari, secondo me la formazione, non qualsiasi formazione clericale, ma la buona formazione salesiana è una priorità. Continuare a formare formatori è una priorità e una garanzia. Dobbiamo curare di più le equipe nelle nostre case di formazione perché siano veramente salesiane e non elitarie: questa è garanzia di un futuro autenticamente salesiano. Niente genericismi, tutto vero spirito salesiano. La terza sfida allora coinvolge pienamente la formazione dei salesiani, permanente e specialmente quella iniziale.
4. Una quarta sfida: io sogno che oggi dire “Salesiano di don Bosco” voglia dire consacrati “pazzi”, cioè Salesiani che amano con vero cuore salesiano, magari anche “un po’ pazzo” orientato verso i più poveri. Carissimi, se ci allontaniamo dai più poveri questa sarà la morte della Congregazione. Lo ha detto don Bosco parlando della povertà e della ricchezza. Io mi permetto di aggiungere: se noi un giorno lasciamo i ragazzi e tra questi i più poveri, comincia e comincerà il declino della Congregazione. Che grazie a Dio ora gode di buona salute, al di là delle nostre fragilità! Attenti a questa autentica “delibera” capitolare, non in senso proprio, perché è già nelle nostre costituzioni: opzione radicale, preferenziale, personale, istituzionale e strutturale (insomma da tutti i punti di vista, non si scappa!) per i ragazzi più bisognosi, poveri ed esclusi. È opzione prioritaria e radicale nella difesa dei ragazzi e giovani sfruttati e vittime di qualsiasi abuso, anche sessuale ma non solo: di violenza, di mancanza di giustizia, di abuso di potere. Questo quarto punto è un impegno bellissimo che dobbiamo portare nel cuore. Un sessennio guidato da questa luce ci darà tanta vita.
5. La quinta priorità. Penso che sia l’ora della generosità all’interno della Congregazione, non solo con denaro, ma soprattutto con la generosità e disponibilità di confratelli, per avere nuove presenze, perché, primo, ci chiamano dappertutto, specialmente nei posti più poveri, secondo, anche per avere presenze e lavoro tra i rifugiati, una terribile e nuova povertà, terzo, per avere nuovi posti di missione. Cari confratelli, tutti apparteniamo a Dio e all’unica Congregazione, tutti siamo Salesiani di don Bosco per il mondo. Io penso che il prossimo sessennio sarà un sessennio dove questo diventi più ancora realtà, con la disponibilità dei confratelli, con la risposta generosa delle Ispettorie che hanno più possibilità al servizio di altre Ispettorie, talvolta con la guida del Rettor Maggiore e del suo Consiglio, però con questo sguardo di universalità. È questo un momento da affrontare con una mentalità rinnovata che deve saper superare le frontiere: in un mondo dove le frontiere si fanno più pesanti, volta per volta, il nostro profetismo è anche questo, dimostrare che per noi non ci sono le frontiere. L’unica realtà che abbiamo è Dio, il Vangelo e la missione.
6. Un’ultima sfida, e siamo alla fine è questa. Abbiamo parlato della Famiglia Salesiana. In questi anni abbiamo lavorato bene al di là della stanchezza di alcuni dei delegati per i gruppi. Abbiamo visto che sembra che non ci siano ancora tempi maturi per fare altri passi. Però la Famiglia Salesiana, assieme alla realtà della missione condivisa con i laici, sarà il punto di arrivo e la garanzia della missione salesiana. Non può essere solo un campo per occupare la vita di qualcuno, o per fare un po’ di amicizia. È un elemento carismatico essenziale, oggi molto più forte che nei tempi di don Bosco, perché c’è stato un grande sviluppo in questi 160 anni. Per questo vi invito a continuare veramente a credere nella Famiglia Salesiana. Questa non è la stessa ovunque in Congregazione. In alcune parti è una bellissima realtà, altre dove si sta ancora cominciando.
7. Alcune brevissime conclusioni:
a. Grazie a tutti voi per il dono del nuovo Consiglio Generale. È un rinnovamento da accogliere con uno sguardo di fede. Penso che uno dei bellissimi frutti di questo Capitolo, come è stato sempre, è il dono di un Consiglio Generale. Sono convinto che come Consiglio assumiamo un profondo sguardo di fede, il desiderio di una forte fedeltà al Signore e a don Bosco, con una grande capacità progettuale. Tutto il resto sono cose che potremmo fare con le nostre capacità, i nostri rapporti e con il dono di ciascuno. Con grande serenità vi dico grazie per il nuovo Consiglio.
b. Ho riflettuto in questi giorni e ritengo che come Rettor Maggiore il primo impegno per l’animazione delle Ispettorie sarà quello di animare gli Esercizi Spirituali per Regioni, o per Conferenze nelle Regioni, per gli Ispettori e i membri dei Consigli ispettoriali, per trasmettere il frutto del CG28, Capitolo Generalemolto speciale, per assumere le grandi sfide che abbiamo e che stiamo individuando.
c. Vi ringrazio ancora per la grande comunione che c’è tra di noi.
d. Questa è la grande speranza che portiamo, e ne siamo profondamente convinti: cerchiamo di arricchire la Chiesa con il dono del Carisma Salesiano per la salvezza dei giovani.
Cari Confratelli, di tutto cuore, grazie!
Don Angel Fernandez Artime
Rettor Maggiore

