140° di un’utopia fatta realtà!

I Salesiani Cooperatori sorgono dall’intuizione carismatica di Don Bosco, dal suo desiderio di salvare i giovani, così forte che Lui non misurava fatiche e sacrifici personali e faceva di tutto per trovare risorse ovunque. In tutta la sua vita non si vergognò mai di chiedere elemosine, di proporre a tutti quelli che erano accanto a Lui di aiutarlo a fare il bene. Aveva bisogno di tutti, non misurava sforzi per raggiungere il suo scopo e tante volte diceva: “Io ebbi sempre bisogno di tutti”. Tra questi tutti si trovano i Salesiani Cooperatori.

Nel progetto iniziale di Don Bosco i Salesiani Cooperatori avrebbero dovuto aiutare a promuovere lo spirito cattolico, a diffondere la cristianità in tutti i paesi, a salvare i giovani. Sosteneva che era la mano di Dio a fomentare nei cuori di tante persone questa bella vocazione e che lungo gli anni si sarebbe diffusa in tutto il mondo. Lui stesso diceva: “L’opera dei Cooperatori è amata da molti. Ed io aggiungo che questa si dilaterà in tutti i paesi, si diffonderà in tutta la cristianità ( … ). La mano di Dio la sostiene! I Cooperatori saranno quelli che aiuteranno a pro­muovere lo spirito cattolico. Sarà una mia utopia, ma pure io la tengo» (MB, XVIII p.161).

Possiamo dire senza dubbio che negli ultimi anni si è cercato di dare più visibilità e importanza al Salesiano Cooperatore, valorizzando così la visione e l’utopia di Don Bosco del salesiano “esterno”. In Don Bosco era molto vivo il desiderio di formare i laici come cooperatori nella riorganizzazione dei cattolici per la cristianizzazione della società; così pure erano vive l’idea della beneficenza a favore delle opere salesiane, del volontariato per fare catechismo, per collaborare coi parroci, per aiutare nell’assistenza, nelle attività dell’oratorio e nella scuola.

Don Bosco nella conferenza del 1° giugno 1885 dice ai Salesiani Cooperatori: “Essere Cooperatore salesiano vuol dire concorrere insieme con altri a sostegno di un’opera che ha per compito d’aiutare la S. Chiesa nei suoi più urgenti bisogni; vuol dire concorrere a promuovere un’opera tanto raccomandata dal Santo Padre, perché educa i giovanetti alla virtù, alla via del Santuario, perché ha per fine principale d’istruire la gioventù che oggi dì è divenuta il bersaglio dei cattivi, perché promuove in mezzo al mondo, nei collegi, negli ospizi, negli oratori festivi, nelle famiglie, promuove dico, l’amore alla religione, il buon costume, le preghiere, la frequenza ai Sacramenti, e via dicendo”

Un grade passo avanti dell’Associazione in questi anni è stata l’approvazione del Progetto di Vita Apostolica, perché delinea l’immagine rinnovata del Salesiano Cooperatore in riferimento alla sua vocazione, la sua identità carismatica salesiana, la sua missione e l’organizzazione dell’ Associazione.

Il Progetto di Vita Apostolica definisce il profilo del Salesiano Cooperatore, in forma tale da renderlo idoneo per la sua vocazione e missione. Si tratta del frutto di un processo d’identificazione che va a poco a poco dando identità e tono a ciascuno dei membri dell’Associazione. I tratti caratteristici del Cooperatore sono:

  • Una persona ricca di umanità, elemento tipico dell’umanesimo ottimista di San Francesco di Sales, che determina una visione positiva di sé, della realtà, della Chiesa, del Mondo, perché si sforza di vedere Dio in tutte le cose e di vederle con lo sguardo di Dio.

  • Un battezzato con immenso amore alla Chiesa, che vive con gioia, riconoscenza e responsabilità la sua condizione di figlio di Dio, discepolo di Gesù, inserito nelle realtà temporali con chiara identità e prassi di vita cristiana.

  • Un salesiano nel mondo, secondo l’intuizione originale di Don Bosco, che lo voleva appassionato collaboratore di Dio attraverso le grandi scelte della missione salesiana: la famiglia, i giovani, l’educazione, il sistema preventivo, l’impegno sociale e politico.

Adesso vi invito a fare un giro veloce attraverso alcune parti del mondo, a riconoscere nella vita quotidiana questi grandi uomini e donne che hanno scelto di seguire Gesù con l’impegno concreto di essere Salesiani Cooperatori per salvare i giovani e far sì che l’utopia di Don Bosco diventi realtà:

Sì, è un’ utopia che si fa realtà oggi dopo 140 anni, un seme che si è moltiplicato dappertutto, nei cinque continenti, con più di trentamila uomini e donne che ascoltano la chiamata di Dio e vibrano per essa con un cuore e un volto salesiano:

sono diventata SSCC nel 1990 maturando la convinzione di voler seguire Cristo nella Chiesa secondo il carisma di don Bosco che amavo fin da bambina. Crescendo le mie figlie, desideravo per loro il meglio (entrambe sono exallieve delle FMA), ma volevo dare qualcosa anche ad altri ragazzi meno fortunati delle mie. Così ho cominciato ad impegnarmi come SSCC nella scuola, nell’oratorio, nel sostegno ai ragazzi/e più bisognosi, nella catechesi” (Noemi Bertola, coordinatrice Mondiale)

Sì, è un’utopia che si fa realtà oggi nel vedere questi Salesiani Cooperatori che dedicano la vita all’impegno apostolico EDUCATIVO che si contraddistingue per un’attenzione privilegiata verso i giovani, specialmente quelli più poveri ,o alle vittime di qualsiasi forma di emarginazione, sfruttamento e violenza,a coloro che si avviano al mondo del lavoro e a quanti danno segni di una vocazione specifica:

Il Progetto YOLIA per bambine di strada nasce con l’obiettivo di offrire alle bambine processi e programmi che rispondano ai loro bisogni. E’ una proposta alternativa con cui si accoglie, educa, si offre il necessario perché bambine e adolescenti di strada possano svilupparsi a livello fisico, psicologico, spirituale, con una pedagogia preventiva. E’ interessante vedere come vengono educate ai valori queste bambine tramite l’arte del Circo, giochi realizzati ai semafori con le palle, il fuoco. Ci viene subito da pensare a Don Bosco, quando faceva il Saltimbanco per attirare l’attenzione dei ragazzi e poi insegnava il catechismo. Quest’Opera è seguita da un Centro di Salesiani Cooperatori a Città del Messico D.F.

Un Progetto di un “doposcuola” portato avanti da un Centro dei Salesiani Cooperatori in Hong Kong, dove si ricevono i bambini e gli adolescenti per aiutarli a fare i compiti scolastici, insegnando i valori umani e cristiani in forma semplice, tramite il gioco, l’accoglienza, la gentilezza, con la testimonianza di donne e uomini che hanno optato per un alto stile di vita.

Sì, è un’ utopia che si fa realtà oggi nei Salesiani Cooperatori che cercano di vivere la loro fede nella propria realtà secolare. Ispirandosi al progetto apostolico di Don Bosco che lì voleva veri salesiani nel mondo, cristiani, laici o sacerdoti, che senza legami di voti religiosi, realizzano la propria vocazione alla santità dedicandosi alla gioventù più povera e svantaggiata secondo lo spirito di Don Bosco.

Nella Regione Iberica hanno creato una ONG: “Cooperación Salesiana para los Jóvenes del mundo” per rispondere ai bisogni dei più poveri, con l’obiettivo di fomentare la solidarietà verso i giovani che non hanno niente. Attualmente il progetto è appoggiato da più di mille benefattori con la collaborazione sistematica delle Province dei SSCC. Tutti i progetti sono indirizzati ai giovani all’interno delle opere della Famiglia Salesiana.

U n’ utopia che si concretizza nella vita di ogni Salesiano Cooperatore nell’impegno di vivere il Vangelo e di partecipare alla missione della Chiesa per il bene della società, apportando con responsabilità e creatività alla Famiglia Salesiana i valori specifici della propria condizione secolare, nel rispetto dell’identità e dell’autonomia di ogni gruppo.

In Harare, capitale di Zimbabwe, esiste un Centro di Salesiani Cooperatori, più o meno 40, che portano avanti insieme a due Salesiani SDB la proposta pastorale delle due Parrocchie che sono affidate ai SDB. Con molta gioia e corresponsabilità visitano gli ammalati, fanno la catechesi, seguono l’oratorio, il Centro giovanile… Sono propriamente come voleva Don bosco: Salesiani esterni che vivono insieme la missione per questo popolo povero e bisognoso di tutto.

Un’utopia che si fa realtà ogni volta che si cerca di promuovere e difendere il valore della famiglia quale nucleo fondamentale della società e della Chiesa e ci si impegna a costruirla come “Chiesa domestica”.

“Il centro locale “Gesù Nazareno” dei Salesiani Cooperatori opera presso l’Istituto Maria Ausiliatrice delle FMA. Nella scuola ci sono circa 800 ragazzi, dai 3 ai 19 anni. Non essendoci da anni un oratorio, abbiamo pensato di dare un senso alla nostra presenza. Quindi abbiamo proposto ai bambini, ai ragazzi e alle loro famiglie momenti per crescere secondo il carisma salesiano proponendo varie iniziative. Facciamo conoscere loro la vita dei santi della famiglia salesiana e creiamo occasioni per pregare insieme, educando i più piccoli ai momenti liturgici. Organizziamo la missione educativa con i ragazzi provenienti dai centri diurni e dai centri di accoglienza di famiglie in difficoltà. Questo aiuta i ragazzi a fraternizzare e a donarsi reciprocamente. Mettiamo in contatto le famiglie della scuola con le famiglie dei centri disagiati, permettendo loro così di aiutarli a migliorare le condizioni di vita”

Un’utopia che si fa realtà con una organizzazione di governo e animazione flessibile in tutti e tre i livelli: Locale, Provinciale e Mondiale, con un atteggiamento di servizio verso tutti. Rappresenta l’Associazione, nella sua diversità di lingue, di culture, di tradizioni, unita dalla passione educativa per i giovani, dall’amore a Gesù e a Maria Ausiliatrice, con un cuore oratoriano e salesiano come il cuore di Don Bosco.

Soprattutto, questo sogno si fa realtà quando i salesiani cooperatori rispondono ai bisogni più urgenti della realtà e non hanno paura di impegnarsi nel campo civile, culturale, socio-economico, politico, ecclesiale e salesiano con una visione etico cristiana, con spirito di collaborazione e cooperazione inteso a salvaguardare i diritti della persona umana, dei bambini, dei giovani.

Un’utopia che continuerà lungo gli anni… che in ogni tempo sarà concretizzata da volti nuovi, esperienze inedite, con fervore nuovo… perché oltre ad essere un’utopia è un Profezia di Don Bosco illuminata da Dio!

Principali sfide

  • Crescita in apertura e collaborazione dei SS.CC. nelle Comunità educanti degli SDB e FMA
  • Impegno nell’evangelizzazione del sociale alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa
  • Formazione dei SSCC a tutti livelli
  • Cura della famiglia come primo luogo di proiezione apostolica dell’Associazione
  • Far conoscere e promuovere nelle comunità educanti e nel territorio la vocazione laicale dei SS.CC
  •  Dare visibilità all’azione apostolica dei SS.CC. a tutti livelli: ecclesiale, sociale, culturale, politico… Opzione di richiesta allo Stato Consultivo dell’ECOSOC di essere presenti all’ONU come una ONG cattolica e salesiana a Ginevra, per dare il nostro apporto come Famiglia Salesiana a tematiche inerenti all’educazione, alla giustizia e ai Diritti Umani.